Netanyahu respinge le richieste di evitare un’offensiva militare a Rafah, sostenendo che non farlo significherebbe “perdere la guerra”.
Fuoco e fiamme a Rafah, la città al confine con l’Egitto che negli ultimi tempi è diventata un punto focale nel conflitto tra Israele e Hamas. La città, che ospita attualmente 1,2 milioni di persone (molti dei quali profughi in fuga dal Nord della Striscia di Gaza), è considerata dal premier Netanyahu fondamentale dal punto di vista strategico per mettere sotto scacco Hamas.
Attacchi notturni su Rafah: il bilancio drammatico
Da giorni ormai, Rafah è sotto il fuoco dell’esercito israeliano. Benjamin Netanyahu ha promesso un passaggio sicuro per i civili, ma la prospettiva di un’offensiva di terra fa temere un ulteriore bagno di sangue. Gli attacchi notturni hanno già provocato 25 morti e decine di feriti, e ora Israele si prepara per un’operazione di terra che si preannuncia complessa.
Le forze israeliane hanno preso di mira anche Khan Younis e Deir al Balah, dove sono morte una donna e un bambino. Al momento sono in corso colloqui per raggiungere un cessate il fuoco, ma un’azione di terra israeliana a Rafah potrebbe far saltare i negoziati per lo scambio degli ostaggi.
Israele combatte: “Fondamentale per vincere la guerra”
La città è considerata l’ultimo bastione di Hamas, e la conquista di Rafah è vista come un obiettivo strategico imprescindibile per Israele. Netanyahu ha informato il gabinetto di guerra che l’operazione delle Forze di difesa israeliane (IDF) a Rafah dovrà essere completata entro l’inizio del Ramadan, il 10 marzo.
Per raggiungere questo obiettivo, il capo di Stato Maggiore Herzi Halevi è stato incaricato di richiamare i riservisti e avviare una massiccia operazione di terra. Il primo ministro israeliano ha dichiarato che l’entrata a Rafah è essenziale per vincere la guerra contro Hamas, nonostante le richieste internazionali di evitare un’offensiva militare. “Coloro che dicono che per nessuna ragione dobbiamo entrare a Rafah, vogliono dire sostanzialmente, ‘perdete la guerra, lasciate che Hamas rimanga lì'”, ha affermato il Netanyahu in una intervista alla Abc.
Hamas ha risposto alle dichiarazioni dell’israele affermando che un’azione di terra israeliana a Rafah farà “saltare i colloqui per lo scambio degli ostaggi”. Un alto esponente di Hamas ha detto alla tv della fazione islamica Al Aqsa: “Ciò che Netanyahu e il suo esercito nazista non hanno ottenuto in più di quattro mesi, non lo realizzerà, non importa quanto durerà la guerra”.